Simboli e Tradizioni "Culture a Confronto"
Ōmisoka (大晦日) è la celebrazione del capodanno giapponese che si svolge il 31 dicembre. È affine al Capodanno italiano, soprattutto per il significato simbolico del passaggio tra il vecchio e il nuovo anno. Entrambe le festività condividono momenti di riflessione e convivialità, ma ci sono anche differenze culturali interessanti:
• Preparazione: Come gli italiani fanno le pulizie di fine anno per iniziare il nuovo anno in ordine, i giapponesi praticano l’Ōsōji (grandi pulizie) per purificare la casa.
• Cenone: In Italia si celebra con il tradizionale cenone (lenticchie e cotechino per augurare fortuna), mentre in Giappone si consumano piatti simbolici come il toshikoshi soba, che rappresenta longevità.
• In Giappone, la festa è più introspettiva e spesso trascorsa in famiglia, mentre il Capodanno italiano è più rumoroso e spesso accompagnato da feste, fuochi d’artificio e brindisi.
• I giapponesi praticano rituali come la visita al tempio (hatsumode) dopo la mezzanotte, mentre in Italia si tende a festeggiare con amici o familiari in casa o in piazza.
Entrambe però rappresentano un momento di chiusura e di nuovi inizi, con tradizioni che simboleggiano purificazione e speranza.
In Italia, il Natale è una festa dedicata alla famiglia e alla condivisione. È un momento per rallentare, riflettere sull’anno trascorso e ritrovare un senso di gratitudine. Proprio come nel dojo, lo spirito del Natale ci invita a creare legami, mostrare rispetto e agire con gentilezza verso gli altri.
Nel contesto del dojo, queste due festività possono essere un’occasione per riflettere sul proprio percorso nelle arti marziali:
• Il Natale rappresenta la gratitudine per il maestro e per i compagni di pratica, l’unione di una “famiglia marziale” che cresce insieme.
• Ōmisoka è invece l’opportunità per fare un bilancio, lasciarsi alle spalle errori o incertezze tecniche e fissare nuovi obiettivi per il futuro.
Anche se Natale e Ōmisoka appartengono a culture diverse, il loro messaggio universale di rinnovamento e armonia li rende profondamente compatibili. Nel dojo del GEAM, possiamo imparare da entrambe le tradizioni, celebrando il senso di appartenenza e accogliendo con spirito positivo ogni nuovo inizio, che si tratti di un anno o di un nuovo kata da apprendere.
24 dic 2024 20:41
Un Viaggio dalle Isole Okinawa
al Mondo Intero
Il Karate, che significa “mano vuota” in giapponese, è una delle arti marziali più praticate al mondo. Le sue radici affondano nelle isole Okinawa, un arcipelago giapponese che ha subito influenze culturali sia dalla Cina che dal Giappone. Questo connubio ha dato vita a una disciplina unica.
Le Origini a Okinawa: La Nascita del Karate
Il Karate ha iniziato a prendere forma nel periodo della dinastia Ryukyu, quando Okinawa era un regno indipendente. Durante questo periodo, gli scambi culturali con la Cina hanno introdotto tecniche di combattimento a mani nude e concetti di autodifesa, che sono stati successivamente integrati con le pratiche locali di Okinawa.
Una delle influenze più significative è stata il “Kenpō” cinese, che ha introdotto tecniche di percussione e di controllo dell’energia interna, poi adattate e sviluppate in quello che oggi conosciamo come Karate.
Fu Gichin Funakoshi, considerato il “padre del Karate moderno”, a portare il Karate a Tokyo all'inizio del XX secolo. Funakoshi ha adattato il Karate per renderlo più accessibile e adatto all’educazione fisica nelle scuole giapponesi, enfatizzando la disciplina mentale e il rispetto delle tradizioni. Da quel momento, il Karate si è diffuso rapidamente in tutto il Giappone e poi nel resto del mondo.
Shotokan e Shotokai: Due Vie del Karate a Confronto
Gli stili Shotokan e Shotokai hanno entrambi origine dall’insegnamento di Gichin Funakoshi, ma presentano differenze significative sia nella pratica che nella filosofia.
Lo stile Shotokan è probabilmente il più conosciuto e diffuso a livello mondiale. Esso si caratterizza per posizioni profonde e stabili, movimenti lineari e un’enfasi sulla potenza generata dall’uso coordinato di tutto il corpo. Alcune caratteristiche principali dello Shotokan sono:
-Tecniche Dirette e Potenti: Ogni colpo, pugno o calcio è eseguito con grande forza, combinando velocità e precisione.
-Kihon, Kata e Kumite: L’allenamento è suddiviso in tre parti principali: tecniche di base (kihon), forme codificate (kata) e combattimento libero (kumite).
- Posizioni Profonde:Posizioni come zenkutsu-dachi (posizione in avanti) sono ampie e stabili, mirate a massimizzare l’equilibrio e la potenza.
Il focus dello Shotokan è sulla disciplina mentale e fisica, preparando i praticanti a sviluppare autocontrollo e resistenza, oltre alla padronanza tecnica.
Lo stile Shotokai è stato sviluppato dal maestro Shigeru Egami, uno dei discepoli più vicini a Gichin Funakoshi, dopo la morte di quest'ultimo. Egami ha rielaborato l’insegnamento tradizionale di Funakoshi per creare uno stile più morbido e fluido. Le principali caratteristiche dello Shotokai sono:
- Movimenti Fluidi e Circolari: A differenza dello Shotokan, lo Shotokai adotta movimenti più morbidi e continui, senza la ricerca della potenza esplosiva.
- Enfasi sull’Armonia e sul Flusso Energetico: Lo Shotokai si concentra sull’uso efficiente dell’energia interna (ki) e sull’armonia tra corpo e mente.
- Posizioni più Alte e Naturali: Le posizioni sono meno rigide e più naturali, con un focus maggiore sulla mobilità e sulla reattività rispetto alla potenza statica.
Lo Shotokai mira a un Karate più “spirituale”, dove l’armonia tra l’individuo e il movimento è fondamentale, privilegiando la difesa rispetto all’attacco.
Sia Shotokan che Shotokai offrono percorsi di crescita fisica e mentale, ma si rivolgono a praticanti con esigenze diverse. Lo Shotokan è ideale per chi cerca un Karate potente e strutturato, mentre lo Shotokai è più adatto a chi desidera un approccio più fluido e filosofico.
Indipendentemente dallo stile scelto, il Karate rimane un’arte marziale che promuove il miglioramento personale, la disciplina e il rispetto
21 ago 2024 02:30
Il karate non è solo un'arte marziale, ma una scuola di vita. Ogni lezione ti insegnerà la disciplina, la capacità di superare le sfide e la costanza necessaria per migliorarti giorno dopo giorno. Anche i movimenti più semplici, come il saluto all'inizio della lezione, hanno un significato profondo e ti aiutano a coltivare rispetto, non solo verso gli altri, ma anche verso te stesso.
L’Aikido è un’arte marziale giapponese fondata da Morihei Ueshiba all’inizio del XX secolo. La parola “Aikido” è composta da tre caratteri: Ai (armonia), Ki (energia vitale) e Do (via). Tradotto, significa “La via dell’armonia con l’energia vitale”. A differenza di altre arti marziali, l’Aikido si concentra sulla difesa e sull’uso della forza dell’avversario per neutralizzare un attacco, piuttosto che sul colpire o ferire.
L’Aikido si distingue per i suoi movimenti circolari e fluidi, che mirano a deviare e controllare l’attacco dell’avversario. Non si tratta di forza bruta, ma di utilizzare la propria energia in modo efficiente. Questo lo rende adatto a persone di tutte le età e fisici. Non c’è competizione in Aikido; lo scopo è crescere insieme, migliorare sé stessi e imparare il rispetto reciproco.
I movimenti dell’Aikido richiedono fluidità e precisione, migliorando la coordinazione motoria e l’equilibrio. Questo è particolarmente utile per chi desidera aumentare la propria agilità o semplicemente mantenersi in forma.
Una delle chiavi dell’Aikido è imparare a restare calmi sotto pressione. I praticanti allenano non solo il corpo, ma anche la mente, imparando a reagire in modo razionale e pacifico in situazioni di stress. Questo equilibrio emotivo si riflette poi nella vita quotidiana.
L’Aikido è conosciuto per le sue tecniche di difesa personale non aggressive. Non si tratta di colpire, ma di proteggersi e proteggere gli altri. L’approccio è basato sull’evitare e controllare la situazione, senza causare danni inutili.
Oltre a migliorare la flessibilità e la resistenza, l’Aikido tonifica il corpo e favorisce il benessere fisico generale. La pratica regolare aiuta a mantenere un buono stato di salute, prevenendo i problemi fisici legati all’inattività.
L’Aikido è un viaggio di scoperta interiore. Ti invita a riflettere su te stesso e sui tuoi limiti, sia fisici che mentali. La pratica costante porta a una maggiore consapevolezza di sé, sviluppando pazienza, rispetto e autostima.
L’Aikido non è solo un’arte marziale, ma una filosofia di vita che promuove la pace interiore e l’armonia con il mondo circostante. È l’arte perfetta per chi cerca una forma di difesa personale che non richieda l’uso della forza, e per chi desidera crescere sia fisicamente che mentalmente. In un mondo sempre più frenetico, l’Aikido offre una via per ritrovare equilibrio e serenità.
Il Karategi è l’indumento tradizionale per la pratica del karate e di molte altre arti marziali. Sotto un’unica definizione di karategi rientrano tuttavia indumenti con differenti tagli, diverse composizioni e con un peso del tessuto che può variare di molto. Questo può rendere a volte difficile scegliere il karategi migliore sulla base delle proprie esigenze. Questa breve guida vuole essere uno strumento per orientarsi meglio nella scelta.
L’espereinza del praticante, che normalmente è commisurata al numero di anni sul tatami, è un elemento molto importante per la scelta del karategi.
I nuovi praticanti di arti marziali o tutti coloro che si allenano da qualche tempo e che si accingono ad affrontare le prime gare potranno scegliere uno dei modelli nella pagina dei Karategi Entry Level.
I karateka e i praticanti di arti marziali che invece hanno un’esperienza consolidata possono optare per i karategi tradizionali, da kumite o da kata presenti nella pagina dei Karategi Top.
Con grammatura ci si riferisce al peso del tessuto, misurato in grammi per metro quadrato. Il peso del tessuto è in stretta correlazione con il taglio: mentre i karategi da kumite sono realizzati con tessuto leggero, quelli da kata e tradizionali hanno tessuti pesanti o medio-pesanti.
I tessuti possono essere suddivisi sulla base della grammatura in quattro categorie principali:
– Leggeri e superleggeri per grammature uguali o inferiori a 230 gr/m²
– Medio-pesanti per grammature comprese tra 320 e 380 gr/m²
– Pesanti per grammature uguali o superiori a 400 gr/m².
Così come la grammatura, anche la composizione del tessuto è in stretta relazione con il taglio del karategi e quindi con il tipo di utilizzo che se ne deve fare.
Il karategi da kumite avrà un tessuto misto cotone poliestere (o talvolta di solo poliestere). Il poliestere è infatti un materiale più leggero del cotone e che permette di realizzare indumenti superleggeri. Questi karategi vanno incontro alle esigenze dei karateka che in combattimento necessitano di un indumento tecnico che lasci la più completa libertà ai movimenti veloci.
Diametralmente opposta invece l’esigenza degli atleti che praticano kata per i quali invece la necessità è quella di un karategi che evidenzi e che dia corpo alla tecnica con un marcato effetto snap. Il tessuto deve essere quindi pesante e, anche se ultimamente sono stati realizzati indumenti da kata con una percentuale di poliestere, il tessuto di questi karategi rimane comunque prevalentemente in puro cotone.
Un altro elemento molto importante nella scelta del karategi è la taglia. In generale, scegliere la taglia di un uniforme per arti marziali non è semplice. Le diverse ditte produttrici utilizzano tabelle di misura per facilitare l'acquisto.
Un principio che va sempre tenuto in considerazione è che la scelta della taglia è in relazione all’età di chi deve vestire il karategi e del fatto se questa persona sia ancora in fase di crescita.
Ad esempio, la scelta del karategi di un ragazzo di 14 anni di 162 cm di altezza non può essere la stessa di una persona di trent’anni della stessa altezza. Mentre il primo probabilmente opterà per una taglia 170, scegliendo così un karategi che possa andare bene anche nei mesi successivi, il secondo opterà per una taglia 160 in quanto più conforme alla sua altezza, che non varierà nel futuro.
Il processo di restringimento del tessuto dopo il primo lavaggio dipende dalla composizione del tessuto ed è tanto maggiore quanto più alta è la percentuale di cotone. Il restringimento sarà massimo per i karategi con tessuto 100% cotone (generalmente corrispondente ad un calo di 4 cm in lunghezza della giacca e del pantalone, di 3 cm per manica e di circa 2 cm di larghezza della giacca) e nullo per i karategi 100% poliestere.
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